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Deep Learning: Guida Completa per Principianti

Updated on:
24 Settembre 2024
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Created on:
/
Autore: Sara Borghi
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Deep Learning: Guida Completa per Principianti

5 Curiosità sul deep learning

  1. Il cervello artificiale che sogna: Il DeepDream di Google non solo riconosce le immagini, ma può anche “sognare” creando visioni surreali e psichedeliche. Questo dimostra come le reti neurali profonde possano non solo analizzare, ma anche generare contenuti in modi inaspettati e creativi.
  2. L’apprendimento profondo che batte i campioni umani: Nel 2016, l’intelligenza artificiale AlphaGo ha sconfitto il campione mondiale di Go, un gioco considerato troppo complesso per essere dominato dalle macchine. Questo traguardo ha dimostrato la capacità del deep learning di superare l’intuizione umana in compiti estremamente sofisticati.
  3. Reti neurali che imparano dai meme: Alcune ricerche stanno esplorando l’uso di meme virali per addestrare le reti neurali a comprendere meglio il contesto culturale e l’umorismo umano. Questo approccio innovativo potrebbe portare a AI con una comprensione più profonda delle sfumature della comunicazione umana3.
  4. Il deep learning che prevede il futuro: Alcuni modelli di deep learning sono stati utilizzati per prevedere eventi futuri, come i terremoti, con una precisione sorprendente. Questi sistemi analizzano enormi quantità di dati storici per identificare pattern che sfuggono all’occhio umano.
  5. L’apprendimento profondo che crea nuovi farmaci: Le reti neurali profonde stanno rivoluzionando la scoperta di farmaci, generando nuove molecole potenzialmente terapeutiche in una frazione del tempo richiesto dai metodi tradizionali. Questo potrebbe accelerare drasticamente lo sviluppo di nuovi trattamenti per malattie complesse.

Introduzione

Avete mai immaginato un computer capace di imparare e prendere decisioni come un essere umano?

Il deep learning sta rendendo questa visione una realtà, rivoluzionando il campo dell’intelligenza artificiale. 

Questo ramo avanzato del machine learning ha un impatto su numerosi settori, dalla diagnosi medica alla guida autonoma. 

Con il deep learning, i computer analizzano enormi quantità di dati per riconoscere modelli complessi, aprendo nuove possibilità per l’innovazione tecnologica.

In questa guida, esploreremo a fondo il mondo del deep learning. Partiremo dalle basi, spiegando cosa sono le reti neurali profonde e come funzionano. 

Esamineremo le principali architetture come CNN e RNN, e scopriremo tecniche di addestramento all’avanguardia. 

Vi mostreremo anche gli strumenti più usati per implementare il deep learning e le sue applicazioni pratiche. Infine, affronteremo le sfide e i limiti attuali di questa tecnologia rivoluzionaria. Preparatevi a immergervi nell’affascinante universo dell’apprendimento profondo!

Cos’è il Deep Learning

Il deep learning è un ramo avanzato del machine learning che ha rivoluzionato il campo dell’intelligenza artificiale. 

Esso si basa sull’uso di reti neurali profonde, ossia reti neurali artificiali con un alto numero di strati (layer) [1]

Queste reti sono in grado di apprendere rappresentazioni sempre più astratte dei dati man mano che si procede verso gli strati più profondi.

Una definizione più formale di deep learning è stata data da Geoffrey Hinton nel 2006, quando ha coniato il termine per riferirsi a “reti neurali con più livelli nascosti (hidden layers)” [1]. Da allora, il deep learning ha conosciuto una rapida diffusione grazie ai successi ottenuti in molti campi dell’IA.

Definizione e concetti chiave

Il deep learning si basa su alcuni concetti fondamentali:

  1. Reti neurali artificiali (ANN): Sono modelli computazionali ispirati al funzionamento del cervello umano. Sono costituite da unità di elaborazione (neuroni artificiali) organizzate in strati (layer) [2].
  2. Apprendimento supervisionato: Le reti vengono addestrate su un dataset di esempi con output noti (training dataset). L’obiettivo è minimizzare la discrepanza tra output predetti e reali (loss function) [2].
  3. Backpropagation: Algoritmo che permette di calcolare i gradienti della loss function rispetto ai parametri della rete e aggiornarli iterativamente per migliorare le prestazioni [2].
  4. Funzioni di attivazione non lineari: Permettono di modellare relazioni complesse tra input e output. Esempi sono la sigmoide e la tangente iperbolica [2].

Differenze con il Machine Learning tradizionale

Il deep learning si differenzia dal machine learning tradizionale per alcuni aspetti chiave:

  • Profondità delle reti: Le reti neurali profonde hanno un numero molto maggiore di strati nascosti rispetto ai modelli di ML classici [1]. Questo permette di apprendere rappresentazioni più astratte e complesse.
  • Quantità di dati: Il deep learning richiede dataset molto grandi per esprimere tutto il suo potenziale. I progressi nella disponibilità di big data hanno favorito il suo sviluppo [1].
  • Feature learning: Mentre nel ML tradizionale le feature vengono progettate manualmente, nel deep learning sono apprese automaticamente dalla rete a partire dai dati grezzi [3] .

Breve storia del Deep Learning

Ecco alcune tappe fondamentali nella storia del deep learning:

  • Anni ’40-’60: I primi studi sul connessionismo e le reti neurali. Nascono modelli come il Perceptron [1].
  • Anni ’80-’90: Rinascita dell’interesse per le reti neurali grazie al connessionismo. Vengono sviluppate le reti con backpropagation e le LSTM [1].
  • 2006: Geoffrey Hinton conia il termine “deep learning” e propone le Deep Belief Networks [1].
  • 2012: Le reti neurali convoluzionali (CNN) ottengono risultati rivoluzionari nella computer vision [3] .
  • 2014: Vengono inventate le reti generative avversarie (GAN) [2].

Oggi il deep learning è un campo di ricerca molto attivo con applicazioni in moltissimi settori, dalla visione artificiale all’elaborazione del linguaggio naturale [3] . Tuttavia, presenta ancora sfide aperte come l’interpretabilità dei modelli e la quantità di dati e risorse computazionali richieste per l’addestramento.

Fondamenti delle reti neurali profonde

Per comprendere a fondo il funzionamento del deep learning, è essenziale conoscere i concetti fondamentali delle reti neurali profonde. 

Queste reti, ispirate al cervello umano, sono costituite da neuroni artificiali organizzati in strati [2]

Ogni neurone si connette ad altri ed ha il suo peso e soglia associati. Se l’output di un neurone supera il valore di soglia specificato, esso viene attivato, inviando dati al livello successivo della rete [4].

Struttura di una rete neurale artificiale

L’architettura di una rete neurale è composta da un livello di input, uno o più livelli nascosti (hidden layers) e un livello di output [2]. I dati vengono passati attraverso la rete, strato per strato, fino a produrre una previsione [4]. La rete calcola poi una funzione di costo, che misura quanto le sue previsioni differiscono dai dati reali [4]. L’obiettivo è minimizzare tale funzione aggiustando i pesi e i bias della rete mediante la backpropagation [2].

ComponenteDescrizione
Neuroni artificialiUnità di elaborazione organizzate in strati 2
Livello di inputRiceve i dati di ingresso
Livelli nascostiApprendono rappresentazioni sempre più astratte dei dati 1
Livello di outputProduce le previsioni finali
Componenti di una rete neural artificiale

Funzioni di attivazione

Le funzioni di attivazione sono un elemento chiave delle reti neurali, in quanto permettono di modellare relazioni complesse tra input e output [2]. Esse determinano l’output di un neurone in base alla somma ponderata degli input [5]. Tra le funzioni più utilizzate vi sono:

  1. Sigmoide: Limita l’output tra 0 e 1, utile per la classificazione binaria [5] 
  2. Tangente iperbolica (tanh): Simile alla sigmoide ma centrata su zero, con output tra -1 e 1 [5] 
  3. ReLU (Unità Lineare Rettificata): Veloce da calcolare, evita problemi di fuga del gradiente [5] 
  4. Softmax: Generalizzazione della sigmoide per classificazione multi-classe [5] 

La scelta della funzione di attivazione dipende dal tipo di problema e dalla posizione dello strato nella rete (hidden o output). In generale, ReLU è preferita per gli strati nascosti, mentre per l’output si usano sigmoide, softmax o funzioni lineari a seconda del task [5].

Backpropagation e ottimizzazione

La backpropagation è l’algoritmo che permette alle reti neurali di apprendere dai dati, calcolando i gradienti della funzione di costo rispetto ai pesi e aggiornadoli iterativamente per migliorare le prestazioni [2]

Questo processo, derivato dal calcolo differenziale, si compone di tre fasi [6] :

  1. Feedforward: I dati vengono passati attraverso la rete fino a produrre una previsione
  2. Calcolo della funzione di costo: Misura la discrepanza tra previsioni e dati reali
  3. Backpropagation: Calcola il gradiente della funzione di costo e aggiorna pesi e bias

Per minimizzare la funzione di costo e trovare i pesi ottimali, si utilizzano algoritmi di ottimizzazione come il gradient descent e le sue varianti (momentum, Adagrad, Adam) [6]. Questi metodi cercano di convergere al minimo della funzione, evitando problemi come la fuga o l’esplosione del gradiente [5].

Altre tecniche come la regolarizzazione (L1, L2, dropout) e l’early stopping aiutano a prevenire l’overfitting, ossia l’eccessivo adattamento ai dati di training che compromette la capacità di generalizzazione [6]

Infine, l’hyperparameter tuning permette di affinare i dettagli della rete come learning rate, numero di epoche, dimensione del batch, per ottenere le migliori performance [6].

In sintesi, le reti neurali profonde si basano su un’architettura a strati di neuroni artificiali, che apprendono rappresentazioni sempre più astratte dei dati. Le funzioni di attivazione introducono non linearità, mentre la backpropagation e gli algoritmi di ottimizzazione permettono di minimizzare l’errore e trovare i pesi ottimali. 

Con un’adeguata comprensione di questi fondamenti, è possibile sfruttare appieno il potenziale del deep learning per l’analisi di dati complessi.

Architetture principali di Deep Learning

Le architetture di deep learning più comuni includono le reti neurali convoluzionali (CNN), le reti neurali ricorrenti (RNN) e le reti generative avversarie (GAN). Ognuna di esse è progettata per affrontare specifici tipi di problemi e dati.

Reti neurali convoluzionali (CNN)

Le CNN sono particolarmente efficaci nell’elaborazione di dati strutturati a griglia come le immagini [7]. Utilizzano livelli convoluzionali, di pooling e completamente connessi per estrarre progressivamente feature sempre più astratte dai dati di input [8].

Le CNN trovano applicazione in molti campi, tra cui:

  • Classificazione e riconoscimento di immagini [7] 
  • Rilevamento di oggetti nella guida autonoma [8] 
  • Analisi di esami medici per identificare cellule tumorali [8] 
  • Elaborazione di segnali audio per il riconoscimento vocale [8] 
  • Alcuni dei modelli CNN più noti sono GoogLeNet, AlexNet e Inception [8].

Questi forniscono un punto di partenza per esplorare il deep learning sfruttando architetture consolidate.

Reti neurali ricorrenti (RNN)

Le RNN sono progettate per elaborare dati sequenziali come serie temporali [9]

La loro struttura include connessioni cicliche che permettono di riportare l’output di un layer come input per un layer precedente [10]. Ciò le rende adatte ad analizzare dipendenze temporali non note a priori.

Le varianti più note di RNN sono:

  • Long Short-Term Memory (LSTM): affrontano il problema delle dipendenze a lungo termine [9] 
  • Gated Recurrent Unit (GRU): simili alle LSTM ma con meno parametri [9] 
  • Reti neurali ricorrenti bidirezionali: utilizzano informazioni sia passate che future per migliorare l’accuratezza [9] 

Le RNN trovano applicazione nel riconoscimento vocale, nella traduzione automatica e nell’elaborazione del linguaggio naturale [9].

Reti generative avversarie (GAN)

Le GAN sono un’architettura introdotta nel 2014 per addestrare modelli generativi [11] .

Sono composte da due reti neurali, un generatore e un discriminatore, che competono tra loro.

Il generatore crea nuovi dati sintetici a partire da un input casuale, cercando di ingannare il discriminatore. Quest’ultimo invece cerca di distinguere i dati reali da quelli generati [11] .

Durante l’addestramento, le due reti migliorano progressivamente fino a raggiungere un equilibrio in cui il discriminatore non riesce più a distinguere i dati finti da quelli veri [12] .

Le GAN hanno molteplici applicazioni, tra cui:

  • Generazione di immagini e video realistici [11] 
  • Creazione di dati di training sintetici per altri modelli di machine learning [12] 
  • Traduzione da immagine a immagine, ad esempio da bozze a foto realistiche [12
  • Generazione di musica e testi [12] 
  • Alcuni modelli noti di GAN sono StyleGAN, CycleGAN e DCGAN [12] .

In sintesi, CNN, RNN e GAN sono tre delle principali architetture di deep learning, ognuna con caratteristiche e casi d’uso specifici.

La scelta dell’architettura dipende dal tipo di dati e dal problema da affrontare. Tuttavia, queste architetture continuano a evolversi rapidamente, aprendo nuove possibilità per l’intelligenza artificiale.

Tecniche di addestramento avanzate

Il deep learning offre diverse tecniche avanzate per migliorare le prestazioni dei modelli e superare sfide come la scarsità di dati o l’overfitting. 

Tra queste, il transfer learning, la data augmentation e la regolarizzazione sono particolarmente efficaci.

Il transfer learning consente di riutilizzare la conoscenza acquisita da modelli pre-addestrati per risolvere nuovi problemi [13]

Sfruttando rappresentazioni apprese su grandi dataset, è possibile personalizzare rapidamente un modello per compiti specifici, risparmiando tempo e risorse computazionali. Il transfer learning trova applicazione in vari ambiti, dalla computer vision al natural language processing [13].

Un’altra tecnica potente è la data augmentation, che amplia artificialmente il dataset di training applicando trasformazioni controllate ai dati esistenti [14]

Questo aiuta a prevenire l’overfitting e a rendere i modelli più robusti, specialmente quando i dati sono limitati. Esempi comuni di augmentation includono rotazioni, riflessioni e variazioni di colore per le immagini [14].

Infine, la regolarizzazione aggiunge vincoli alla complessità del modello per evitare l’eccessivo adattamento ai dati di training [16] [17]

Tecniche come la regolarizzazione L1 (Lasso) e L2 (Ridge) penalizzano i pesi elevati nella funzione di costo, favorendo soluzioni più semplici e generalizzabili [16]

Altre strategie, come il dropout, disattivano casualmente alcuni neuroni durante l’addestramento per prevenire la co-dipendenza tra le unità [17].

TecnicaDescrizioneVantaggi
Transfer LearningRiutilizzo di modelli pre-addestrati per nuovi compitiRisparmio di tempo e risorse, personalizzazione rapida 13
Data AugmentationAmpliamento artificiale del dataset di trainingPrevenzione dell’overfitting, robustezza del modello 14 15
RegolarizzazioneAggiunta di vincoli per controllare la complessità del modelloMigliore generalizzazione, prevenzione dell’overfitting 16 17
Tecniche di addestramento avanzate

L’applicazione strategica di queste tecniche può portare a notevoli miglioramenti nelle prestazioni del deep learning. Ad esempio, uno studio ha mostrato che la data augmentation può aumentare l’accuratezza di una CNN per la classificazione di immagini fino al 22% [14]

Allo stesso modo, l’uso del transfer learning ha permesso di raggiungere risultati state-of-the-art in compiti come il riconoscimento vocale e la traduzione automatica [13].

Tuttavia, è importante notare che queste tecniche richiedono una attenta messa a punto e validazione. La scelta dei iperparametri, come il tasso di regolarizzazione o l’intensità dell’augmentation, può avere un impatto significativo sui risultati [16] . Inoltre, l’applicabilità di ciascuna tecnica dipende dal dominio e dalla natura dei dati [13].

In sintesi, il transfer learning, la data augmentation e la regolarizzazione sono strumenti potenti nell’arsenale del deep learning. 

Sfruttando la conoscenza pregressa, ampliando i dati di training e controllando la complessità del modello, è possibile ottenere risultati superiori e più generalizzabili. L’uso giudizioso di queste tecniche, unito a una solida comprensione dei fondamenti, è essenziale per il successo nei progetti di deep learning.

Framework e librerie per il Deep Learning

Il deep learning ha guadagnato enorme popolarità grazie alla disponibilità di potenti framework e librerie che semplificano lo sviluppo di modelli di apprendimento profondo. 

Questi strumenti forniscono astrazioni di alto livello, consentendo ai praticanti di concentrarsi sulla progettazione e l’addestramento delle reti neurali senza doversi preoccupare dei dettagli implementativi di basso livello [18] [19] [20] [21] [22] [23] .

Tra i framework più diffusi per il deep learning troviamo TensorFlow, PyTorch e Keras. Ognuno di essi offre un approccio unico e vantaggi specifici per la costruzione di modelli di apprendimento profondo.

TensorFlow, sviluppato da Google, è uno dei framework più utilizzati e supportati nella comunità del deep learning [19]. Offre un’API intuitiva e una vasta gamma di funzionalità per la costruzione e l’addestramento di reti neurali complesse. TensorFlow supporta l’esecuzione su CPU e GPU, consentendo di sfruttare l’accelerazione hardware per un addestramento più rapido [19].

PyTorch, creato da Facebook, si distingue per la sua interfaccia Pythonic e la flessibilità nella definizione e manipolazione dei modelli [20] [21]

PyTorch utilizza il paradigma di programmazione imperativa, che consente un controllo più fine sul flusso del programma. Ciò lo rende particolarmente adatto per la ricerca e la sperimentazione di nuove architetture di reti neurali [20].

Keras, invece, è una libreria di alto livello che si concentra sulla facilità d’uso e la rapidità di prototipazione [22] . Keras fornisce un’interfaccia semplice e intuitiva per la costruzione di modelli di deep learning, astraendo gran parte della complessità sottostante. Può essere utilizzato come wrapper di alto livello per TensorFlow, Microsoft Cognitive Toolkit (CNTK) o Theano [22] .

Ecco una tabella comparativa dei principali framework di deep learning:

FrameworkCaratteristiche chiaveVantaggi
TensorFlow– Ampio supporto e risorse- Esecuzione su CPU e GPU- Produzione e deployment di modelli– Vasta comunità e ecosistema- Ottimizzato per le prestazioni- Adatto per progetti su larga scala
PyTorch– Interfaccia Pythonic- Programmazione imperativa- Flessibilità nella definizione dei modelli– Facile da imparare e usare- Ideale per la ricerca e la sperimentazione- Forte integrazione con Python
Keras– API di alto livello- Facilità d’uso e rapidità di prototipazione- Supporto per più backend– Curva di apprendimento ridotta- Adatto per principianti e progetti rapidi- Portabilità tra diversi backend
Principali framework di deep learning

Oltre a questi framework principali, esistono anche altre librerie specializzate come FastAI, MXNet e Caffe, ognuna con i propri punti di forza e casi d’uso specifici [23].

La scelta del framework dipende dalle esigenze specifiche del progetto, dal livello di esperienza del praticante e dalle preferenze personali. 

Tuttavia, indipendentemente dal framework scelto, questi strumenti hanno democratizzato il deep learning, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio e accelerando il ritmo dell’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale.

Applicazioni pratiche del Deep Learning

Il deep learning trova applicazione in numerosi settori, grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati e di estrarre informazioni utili. Tra i principali ambiti applicativi troviamo la Computer Vision, il Natural Language Processing e i Sistemi di raccomandazione [3].

Computer Vision

La Computer Vision è uno dei campi in cui il deep learning ha avuto il maggiore impatto. Grazie alle reti neurali convoluzionali (CNN), è possibile addestrare modelli in grado di riconoscere oggetti, persone e scene all’interno di immagini e video con un’accuratezza paragonabile a quella umana [7][8]l.

Alcune delle principali applicazioni della Computer Vision includono:

  1. Classificazione e riconoscimento di immagini [7]
  2. Rilevamento di oggetti nella guida autonoma [8] 
  3. Analisi di esami medici per identificare cellule tumorali [8] 
  4. Elaborazione di segnali audio per il riconoscimento vocale [8]

L’uso di droni equipaggiati con sistemi di Computer Vision permette inoltre di effettuare ispezioni e monitoraggi in ambienti pericolosi o difficilmente accessibili, contribuendo alla manutenzione predittiva di impianti e infrastrutture [24].

Nei magazzini automatizzati, la Computer Vision consente di analizzare le sequenze operative e ottimizzare i processi di movimentazione delle merci [24]

Anche in ambito di sicurezza pubblica, il riconoscimento di oggetti e comportamenti potenzialmente pericolosi può prevenire incidenti e minacce [24] .

SettoreApplicazione
IndustriaRilevamento difetti di produzione 24
LogisticaGestione intelligente dei magazzini 24
SicurezzaSorveglianza in luoghi pubblici 24
CantieriVerifica procedure di sicurezza 24
Alcune applicazioni della computer vision

Secondo stime recenti, il mercato globale della Computer Vision raggiungerà i 28 miliardi di dollari entro il 2030, trainato dalle crescenti applicazioni in svariati settori industriali [25].

Natural Language Processing

Il Natural Language Processing (NLP) si occupa dell’interazione tra linguaggio umano e computer, consentendo a questi ultimi di comprendere, interpretare e generare testi in modo naturale [26]

Grazie al deep learning, i modelli di NLP hanno raggiunto prestazioni notevoli in task come la traduzione automatica, l’analisi del sentiment e la generazione di testo [27].

Tra le principali applicazioni dell’NLP troviamo [27]:

  • Analisi di email aziendali per riconoscere spam e classificare i messaggi
  • Estrazione di informazioni da documenti di governance e amministrativi
  • Comprensione delle query di navigazione nei siti web
  • Rilevamento di fake news e disinformazione online

Nonostante i progressi, l’adozione di soluzioni NLP in Italia è ancora limitata, a causa della complessità della lingua e della mancanza di dataset adeguati per l’addestramento dei modelli [27]

Tuttavia, l’avvento dei Large Language Model (LLM) e dell’AI generativa sta aprendo nuove prospettive, ad esempio nella ricerca semantica e nella generazione di chatbot in grado di dialogare sulla base di documenti specifici [27].

Sistemi di raccomandazione

I sistemi di raccomandazione sono tra le applicazioni di maggior successo del machine learning, utilizzati in molteplici contesti per suggerire contenuti, prodotti o servizi rilevanti per l’utente [28]

Negli ultimi anni, il deep learning ha permesso di migliorare notevolmente l’accuratezza e la personalizzazione delle raccomandazioni [24].

I principali approcci ai sistemi di raccomandazione includono [28] :

  1. Collaborative Filtering: suggerimenti basati sulle valutazioni di utenti simili
  2. Content-based Filtering: raccomandazioni di elementi simili a quelli apprezzati in passato
  3. Approcci ibridi che combinano le tecniche precedenti

Piattaforme come Netflix, Amazon e Spotify utilizzano sistemi di raccomandazione avanzati per offrire un’esperienza utente personalizzata e aumentare il coinvolgimento [24]

Tuttavia, lo sviluppo di questi sistemi presenta ancora diverse sfide, tra cui la scalabilità, la comprensibilità delle raccomandazioni e la necessità di dataset ampi e diversificati [24].

La ricerca sta esplorando l’uso di tecniche di deep learning come gli autoencoder, le reti neurali ricorrenti (RNN) e le reti generative avversarie (GAN) per superare questi limiti e ottenere raccomandazioni sempre più precise e rilevanti [24]

Ad esempio, le RNN sono state impiegate con successo per modellare le sequenze temporali delle preferenze degli utenti, mentre le GAN possono generare dati sintetici per ampliare i dataset di addestramento [24].

In sintesi, il deep learning sta rivoluzionando molteplici settori grazie alle sue capacità di analisi e comprensione dei dati. 

Dalla Computer Vision al Natural Language Processing, passando per i sistemi di raccomandazione, le applicazioni pratiche del deep learning sono in continua espansione, aprendo nuove opportunità per le aziende e gli utenti finali. 

Tuttavia, restano ancora diverse sfide da affrontare per sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie, dalla disponibilità di dati di qualità alla trasparenza e interpretabilità dei modelli.

Sfide e limitazioni del Deep Learning

Nonostante i notevoli progressi e le applicazioni rivoluzionarie del deep learning, questa tecnologia presenta ancora diverse sfide e limitazioni che devono essere affrontate per sfruttarne appieno il potenziale [29].

Una delle principali sfide del deep learning è la necessità di grandi quantità di dati per addestrare i modelli in modo efficace. Secondo il rapporto “The Global Datasphere” di IDC, entro il 2025 il mondo genererà oltre 175 zettabyte di dati all’anno [29]

Tuttavia, non tutte le organizzazioni dispongono delle competenze e delle tecnologie necessarie per gestire e analizzare questi enormi volumi di dati.

Inoltre, il deep learning richiede un elevato costo computazionale per l’addestramento e l’inferenza dei modelli. L’utilizzo di hardware specializzato come GPU e TPU è spesso necessario per ottenere prestazioni ottimali, il che può rappresentare un ostacolo per molte aziende [30].

Un’altra sfida significativa è l’interpretabilità dei modelli di deep learning. A differenza degli algoritmi tradizionali, i modelli di deep learning sono spesso considerati “scatole nere”, rendendo difficile comprendere come prendono le decisioni [31]

Questa mancanza di trasparenza può avere implicazioni etiche e di sicurezza, soprattutto in settori critici come la sanità [31].

Necessità di grandi quantità di dati

Il deep learning si basa sull’apprendimento da enormi set di dati per identificare pattern e relazioni complesse. Tuttavia, la raccolta, l’etichettatura e la gestione di questi dati possono essere costose e time-consuming [29] . Inoltre, la qualità e la diversità dei dati sono fondamentali per evitare bias e garantire la generalizzabilità dei modelli [30].

Costo computazionale elevato

L’addestramento di modelli di deep learning richiede spesso risorse computazionali significative, come GPU e TPU [30]

Questo può rappresentare un ostacolo per le organizzazioni con budget limitati o infrastrutture tecnologiche inadeguate. Inoltre, l’inferenza in tempo reale dei modelli può richiedere hardware dedicato, aumentando ulteriormente i costi [30]

Interpretabilità dei modelli

I modelli di deep learning sono noti per la loro opacità, rendendo difficile spiegare come prendono le decisioni [31]

Questa mancanza di interpretabilità può limitare l’adozione del deep learning in settori regolamentati o in applicazioni critiche per la sicurezza [31]

Sono in corso ricerche per sviluppare tecniche di explainable AI (XAI) che consentano di comprendere meglio il funzionamento interno dei modelli di deep learning [32] .

SfidaDescrizione
Necessità di grandi quantità di datiLa raccolta, l’etichettatura e la gestione di enormi set di dati possono essere costose e time-consuming 29.
Costo computazionale elevatoL’addestramento e l’inferenza dei modelli richiedono spesso hardware specializzato come GPU e TPU 30.
Interpretabilità dei modelliI modelli di deep learning sono spesso considerati “scatole nere”, rendendo difficile spiegare come prendono le decisioni 31.
Sfide principali legate al machine learning

In sintesi, nonostante i progressi significativi, il deep learning deve ancora affrontare sfide importanti legate alla gestione dei dati, ai costi computazionali e all’interpretabilità dei modelli.

Superare queste limitazioni sarà fondamentale per realizzare tutto il potenziale di questa tecnologia rivoluzionaria e garantirne un’adozione responsabile e affidabile in un’ampia gamma di settori e applicazioni.

Conclusioni

Il deep learning sta rivoluzionando numerosi settori, dall’analisi di immagini all’elaborazione del linguaggio naturale. 

Ha un impatto significativo su campi come la guida autonoma, la diagnosi medica e i sistemi di raccomandazione, aprendo nuove possibilità per l’innovazione tecnologica.

 Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, come la necessità di grandi quantità di dati, l’elevato costo computazionale e la mancanza di interpretabilità dei modelli.

In definitiva, il deep learning è una tecnologia potente con un enorme potenziale, ma richiede un approccio ponderato. 

Per sfruttarne appieno i vantaggi, è essenziale investire in dati di qualità, infrastrutture adeguate e ricerca sull’explainable AI. 

Con i giusti strumenti e competenze, il deep learning può portare a innovazioni rivoluzionarie in molti ambiti, migliorando la vita delle persone e trasformando il modo in cui interagiamo con la tecnologia.

FAQs

Quali sono le principali tecniche utilizzate nel deep learning? Le tecniche di deep learning si possono classificare in quattro categorie principali: visione artificiale, riconoscimento vocale, elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e motori di raccomandazione.

Quanti tipi di algoritmi esistono nel deep learning? Nel contesto delle reti neurali convoluzionali (CNN), ci sono almeno tre tipi principali di strati: convoluzionali, di pooling e completamente connessi. Una CNN per applicazioni complesse può includere migliaia di questi strati.

Quali sono le tre categorie principali del machine learning? Le tre principali categorie di machine learning includono: apprendimento supervisionato, in cui gli algoritmi apprendono da un set di dati etichettato; apprendimento non supervisionato, che lavora con dati non etichettati; e apprendimento per rinforzo, che si basa su premi e penalità per apprendere strategie.

Qual è una caratteristica distintiva del deep learning? Una caratteristica chiave del deep learning è l’impiego di reti neurali profonde, che hanno molti strati nascosti tra l’input e l’output. Questi strati intermedi permettono di apprendere rappresentazioni dei dati sempre più astratte e complesse.

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Fonti

[1] https://www.andreaminini.com/ai/deep-learning/storia-deep-learning
[2] https://it.linkedin.com/pulse/deep-learning-un-po-di-storia-mario-capurso
[3] https://www.innovationpost.it/tecnologie/intelligenza-artificiale-deep-learning-e-machine-learning-quali-sono-le-differenze/
[4] https://www.ibm.com/it-it/topics/neural-networks
[5] https://netai.it/guida-rapida-alle-funzioni-di-attivazione-nel-deep-learning/
[6] https://www.redhotcyber.com/post/addestramento-e-ottimizzazione-delle-convolutional-neural-networks-backpropagation-e-algoritmi-di-ottimizzazione/ https://www.redhotcyber.com/post/addestramento-e-ottimizzazione-delle-convolutional-neural-networks-backpropagation-e-algoritmi-di-ottimizzazione/
[7] https://www.ibm.com/it-it/topics/convolutional-neural-networks
[8] https://it.mathworks.com/discovery/convolutional-neural-network.html
[9] https://www.ibm.com/it-it/topics/recurrent-neural-networks
[10] https://www.ai4business.it/intelligenza-artificiale/reti-neurali-ricorrenti-rnn-cosa-sono-come-funzionano/
[11] https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/gan-generative-adversarial-networks-cosa-sono-applicazioni-e-vantaggi/
[12] https://aws.amazon.com/it/what-is/gan/
[13] https://www.bnova.it/intelligenza-artificiale/transfer-learning/
[14] https://www.bigdata4innovation.it/big-data/augmented-data/
[15] https://www.datacamp.com/tutorial/complete-guide-data-augmentation
[16] https://www.diariodiunanalista.it/posts/regolarizzazione-l1-vs-l2-nel-machine-learning-differenze/
[17] https://alessiomorselli.github.io/DeepLearning/web/pages/teoria/regularization.html
[18] https://www.diariodiunanalista.it/posts/introduzione-a-tensorflow-2-0-api-e-modello-sequenziale-di-deep-learning/
[19] https://www.andreaprovino.it/tensorflow-guida-italiano-primi-passi-con-tensorflow
[20] https://www.intelligenzaartificialeitalia.net/post/deep-learning-con-python-e-pytorch-la-guida-pratica
[21] https://www.diariodiunanalista.it/posts/introduzione-a-pytorch-dal-training-loop-alla-predizione/
[22] https://www.riccardodebernardinis.com/blog/vantaggi-di-keras-per-il-deep-learning-guida-completa/
[23] https://iartificial.blog/it/desarrollo/keras-herramienta-aprendizaje-profundo/
[24] http://www.crit.rai.it/eletel/2020-1/201-8.pdf
[25] https://blog.topnetwork.it/computer-vision-cose-e-applicazioni-di-visione-artificiale
[26] https://deeplearningitalia.com/natural-language-processing/
[27] https://blog.osservatori.net/it_it/natural-language-processing-nlp-come-funziona-lelaborazione-del-linguaggio-naturale
[28] https://www.bnova.it/intelligenza-artificiale/sistemi-di-raccomandazione/
[29] https://www.pipeline.it/formazione/blog/come-gestire-grandi-volumi-di-dati-sfide-e-opportunita-formative/
[30] https://datadeep.it/2024/03/06/machine-learning-innovazioni-applicazioni-e-sfide/
[31] https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/ai-black-box-problemi-e-progressi-verso-la-trasparenza-dellia/
[32] https://www.xcally.com/it/news/explainability-vs-interpretability-la-sfida-dellintelligenza-artificiale-trasparente/

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Autore

Mi chiamo Sara Borghi.

Dal 2013 lavoro come consulente SEO, sia in Italia che all’estero.

Il mio lavoro consiste nell’aiutare le aziende e le organizzazioni non-profit a far crescere la propria visibilità organica (ovvero non legata a dinamiche pubblicitarie a pagamento) attraverso i canali digitali, in particolare tramite la ricerca su Google. 

Alcune curiosità su di me:

  1. Ho vissuto e lavorato per 5 anni in Australia, prima Brisbane poi a Sydney
  2. Nel 2016 ho scritto un libro sulla SEO, che puoi trovare qui (andrebbe aggiornato, in realtà, ma ritengo rimanga una buona guida introduttiva alla SEO)
  3. Quando non sono concentrata nell’aiutare i miei clienti, mi dedico a testare nuovi impasti di pizza napoletana, leggere (soprattutto saggistica), sciare o fare escursioni sulle meravigliose Dolomiti, dove risiedo.


Se vuoi approfondire le mie competenze, i clienti con cui ho lavorato ed altri progetti personali, ti invito a visitare il mio sito web personale.

Sara Borghi
Consulente SEO
Sara Borghi

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