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OpenAI: Cos’è, quando è nata e qual è il suo scopo

Updated on:
30 Settembre 2024
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Created on:
/
Autore: Sara Borghi
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OpenAI: Cos'è, quando è nata e qual è il suo scopo

5 Curiosità su OpenAI

  1. Con soli 375 dipendenti, OpenAI ha rivoluzionato il mondo dell’intelligenza artificiale. Questa incredibile “densità di talento” ha permesso all’azienda di raggiungere traguardi straordinari con un team sorprendentemente ridotto
  2. I bot di OpenAI sono diventati campioni di Dota 2, sconfiggendo i migliori giocatori professionisti al mondo. Per raggiungere questo livello, hanno accumulato l’equivalente di 180 anni di gioco ogni giorno, sfidando se stessi
  3. OpenAI ha creato Dactyl, una mano robotica in grado di risolvere il cubo di Rubik. Questo dimostra come l’azienda stia spingendo i confini dell’IA ben oltre le applicazioni software, entrando nel mondo della robotica avanzata
  4. Nonostante il nome suggerisca il contrario, OpenAI non è più open source. L’azienda ha fatto una svolta verso un approccio “closed source” per motivi di sicurezza, dimostrando come la sua filosofia si sia evoluta nel tempo
  5. OpenAI attualmente opera con una struttura aziendale unica chiamata “capped profit company”. Questo significa che, una volta soddisfatti gli obblighi verso investitori e dipendenti, l’azienda torna al suo status non-profit, bilanciando così gli interessi commerciali con la sua missione originale

Vi siete mai chiesti come sarà il futuro con l’intelligenza artificiale?

OpenAI, non solo immagina questo futuro, ma lo sta già plasmando.

Fondata nel 2015, l’azienda di intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui interagiamo con la tecnologia, aprendo porte che sembravano inaccessibili.

Con strumenti come ChatGPT e DALL-E, OpenAI sta ridefinendo ciò che l’IA può fare, portandoci più vicino a un futuro dove la tecnologia diventa un alleato quotidiano, capace di potenziare le nostre abilità in modo responsabile.

In questo articolo esploreremo le origini di OpenAI e la visione di un’intelligenza artificiale sicura e accessibile. Scopriremo l’evoluzione da non-profit a struttura ibrida e le innovazioni che questa azienda ha reso disponibili. Se sei un appassionato di tecnologia o semplicemente curioso, questa panoramica ti aiuterà a capire l’impatto di OpenAI sul futuro dell’intelligenza artificiale.

La fondazione di OpenAI: origini e scopo

OpenAI è stata fondata nel 2015 come organizzazione non-profit con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale generale (AGI) sicura e benefica per l’umanità [1] .

I fondatori, tra cui Sam Altman ed Elon Musk, credevano che un progetto così ambizioso richiedesse risorse su scala governativa, ma non vedendo un percorso chiaro nel settore pubblico, decisero di perseguirlo attraverso mezzi privati legati a forti impegni per il bene pubblico [1].

Inizialmente, OpenAI credeva che una 501(c)(3), ossia un’organizzazione non-profit, sarebbe stata il veicolo più efficace per dirigere lo sviluppo di un’AGI sicura e ampiamente benefica, rimanendo libera da incentivi di profitto [1].  Ricerche e dati venivano resi pubblici, ogni volta che era considerato sicuro e di beneficio per il pubblico [1] .

Sebbene l’organizzazione fosse consapevole dell’elevato fabbisogno di capitale richiesto dal progetto, inizialmente puntarono a raccogliere 930 milioni di euro in donazioni [1] .

Tuttavia, nel corso degli anni, OpenAI non-profit ha ricevuto circa 120 milioni di euro in donazioni, che hanno finanziato le operazioni e le prime esplorazioni nel deep learning, nella sicurezza e nell’allineamento [1].

I fondatori vedevano l’intelligenza artificiale come un’estensione delle volontà individuali umane, da distribuire il più largamente ed equamente possibile, in linea con lo spirito di libertà[2].

Pur riconoscendo le incertezze e le sfide del progetto, erano convinti che l’obiettivo e la struttura fossero quelli giusti [2].

L’evoluzione di OpenAI: da non-profit a ibrida

Nel 2019, circa tre anni dopo la fondazione della OpenAI non-profit originale, il management ha annunciato la sua struttura “a profitto limitato[1].

La transizione è stata concepita  come una struttura portante per la missione aziendale: sviluppare un’intelligenza artificiale generale (AGI) sicura e capace di portare benefici per tutta l’umanità [1].

La nuova struttura aziendale ha permesso a OpenAI L.P. di accelerare gli investimenti in tecnologie e talenti, mantenendo allo stesso tempo meccanismi di controllo per garantire il rispetto della missione [3].

Il modello ibrido preservava l’obiettivo principale, la governance e la supervisione della non-profit, consentendo però di raccogliere il capitale necessario per il suo svilupo [1].

La transizione verso un modello for-profit

Negli ultimi tempi è stato annunciato che OpenAI sta pianificando una profonda ristrutturazione per trasformarsi in un’azienda for-profit.[4]

Questo segna un allontanamento significativo dalla sua missione originale di organizzazione non-profit dedicata allo sviluppo sicuro dell’intelligenza artificiale.

Il cambiamento più rilevante riguarda l’eliminazione del consiglio di amministrazione non-profit che attualmente controlla le operazioni dell’azienda

OpenAI intende diventare una “benefit corporation“, un modello aziendale che persegue sia il profitto che obiettivi di interesse pubblico.

Motivazioni e implicazioni

Questa transizione permetterebbe all’azienda di:

  • Attrarre maggiori investimenti
  • Offrire quote azionarie ai dipendenti
  • Continuare a rendicontare il proprio impegno sociale

Nonostante gli ingenti investimenti ricevuti da colossi come Microsoft, OpenAI sta affrontando importanti problemi finanziari.

Il diventare for-profit potrebbe ridurre le perdite e portare utili, che rilancerebbero la società anche in Borsa

Reazioni e cambiamenti nel management

In concomitanza con l’annuncio della ristrutturazione, tre figure chiave hanno lasciato OpenAI:

  • Mira Murati, Chief Technology Officer
  • Bob McGrew, Chief Research Officer
  • Barret Zoph, VP of Research

Il CEO Sam Altman ha commentato che queste dimissioni non sono legate alla ristrutturazione, ma a persone pronte per nuove esperienze professionali.

Impatto sul patrimonio di Sam Altman

Una delle conseguenze più rilevanti di questa transizione riguarda il CEO di OpenAI, Sam Altman. Fino ad oggi, Altman non possedeva alcuna partecipazione in OpenAI, nonostante il suo ruolo di CEO.

Il suo patrimonio personale attuale si aggira intorno ai 2 miliardi di dollari.Tuttavia, con la prospettiva di ottenere il 7% delle quote dell’azienda, il patrimonio di Altman potrebbe crescere notevolmente

Se OpenAI riuscisse a completare un round di finanziamento di 6,5 miliardi di dollari, con una valutazione di 150 miliardi, la quota di Altman potrebbe valere circa 10 miliardi di dollari.

Questo rappresenterebbe un salto impressionante per una persona che in passato aveva affermato di non cercare compensi, spinto solo dal desiderio di portare avanti il progetto.

Prospettive future

OpenAI dice che la sua società non-profit continuerà a esistere, ma non avrà più il controllo della società.

Resta da vedere come i regolatori prima e gli investitori poi valuteranno questa transizione verso un modello più orientato al profitto.

Questa ristrutturazione segna un punto di svolta importante per OpenAI, bilanciando la necessità di sostenibilità finanziaria con la sua missione originale di sviluppo etico dell’IA.

Le principali innovazioni e prodotti di OpenAI

OpenAI ha sviluppato una serie di modelli linguistici e generativi all’avanguardia che stanno rivoluzionando il modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale.

Tra le sue innovazioni più significative ci sono GPT, DALL-E e ChatGPT.

GPT (Generative Pre-trained Transformer) segna una svolta significativa nell’evoluzione dei modelli linguistici. Addestrato su un vastissimo corpus di testi, GPT è in grado di generare risposte coerenti e pertinenti a partire da un semplice prompt [5] .

Le versioni successive, come GPT-2 e GPT-3, hanno dimostrato progressi sempre più sofisticati, dalla generazione di testo creativo alla scrittura di codice e al ragionamento analogico [6] .

DALL-E è un’altra innovazione di OpenAI in grado di generare immagini a partire da descrizioni testuali. Addestrato su coppie di testo e immagini, DALL-E può creare rappresentazioni visive originali, come animali antropomorfi o combinazioni di elementi apparentemente scollegati, offrendo anche la possibilità di modificare immagini esistenti.[7] .

DALL-E apre nuove possibilità nel campo del design, dell’arte e nella visualizzazione dei concetti astratti.

ChatGPT, basato su GPT-3.5, ridefinisce l’interazione conversazionale con l’intelligenza artificiale. Comprende e risponde a domande successive, ammette i propri errori, mette in discussione premesse errate e rifiuta richieste inappropriate [5] .

ChatGPT offre un’esperienza di dialogo naturale e coinvolgente, con applicazioni che spaziano dal servizio clienti all’istruzione.

Queste innovazioni di OpenAI stanno aprendo nuove frontiere nell’elaborazione del linguaggio naturale, nella generazione di immagini e nell’interazione uomo-IA.

Con il continuo progresso di questi modelli, possiamo aspettarci un impatto ancora maggiore su vari settori e sulla nostra vita quotidiana.

Rischi e pericoli di OpenAI

Mentre OpenAI continua a fare progressi nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale sempre più potenti, crescono le preoccupazioni tra gli esperti del settore sui potenziali rischi associati a questi sistemi. Il pioniere dell’IA, il professor Yoshua Bengio, ha lanciato l’allarme sui pericoli legati ai nuovi modelli “enhanced reasoning” di OpenAI, come o1-preview [8].

Questi modelli, progettati per elaborare risposte più riflessive e complesse, mostrano una crescente capacità di affrontare sfide in campi come la scienza, la programmazione e la matematica [8] .

Bengio sottolinea la necessità urgente di adottare una legislazione, come la legge SB 1047 in California, per proteggere il pubblico, in quanto OpenAI avrebbe già superato il livello di rischio medio per le armi CBRN (chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari) [8] .

Dan Hendrycks, direttore del Center for AI Safety, ha espresso preoccupazione, affermando che il recente rilascio di OpenAI dimostra che i pericoli dell’IA non sono più una “fantasia da fantascienza”, ma una realtà imminente[8]. Il modello si dimostra più efficace di molti scienziati con dottorato nel rispondere a domande sulle armi biologiche[8].

Anche Sam Altman, CEO di OpenAI, ha evidenziato i pericoli concreti derivanti da questa tecnologia che sta rapidamente trasformando la società [9]. Altman teme che questi modelli possano essere sfruttati per operazioni di disinformazione su larga scala e attacchi informatici mirati [9], sottolineando che abbiamo abbiamo poco tempo per comprendere come regolamentare e gestire adeguatamente tali sviluppi[9].

Un’ulteriore problematica sollevata riguarda il fenomeno delle “allucinazioni” dei modelli,  in cui l’IA genera informazioni errate con convinzione, presentandole come fatti[9]. Altman chiarisce che l’intelligenza artificiale non deve essere vista come un database di verità, ma piuttosto come a un “motore di ragionamento“,[9].

Nonostante i rischi, Altman rimane ottimista sul potenziale dell’IA come “la più grande tecnologia mai sviluppata dall’umanità” [9]. OpenAI afferma di aver adottato misure di sicurezza rigorose tra cui nuovi approcci all’addestramento dei modelli, test approfonditi e una stretta collaborazione con il governo federale per affrontare le crescenti preoccupazioni.[8].

Conclusioni

OpenAI ha profondamente influenzato il panorama dell’intelligenza artificiale, rivoluzionando il nostro modo di interagire con la tecnologia.

Fondata con la missione di sviluppare un’IA sicura e benefica per l’umanità, l’azienda ha realizzato progressi straordinari con innovazioni come GPT, DALL-E e ChatGPT. Questi strumenti aprono nuove possibilità in molteplici settori, dalla creatività alla ricerca scientifica, dimostrando come l’IA possa migliorare la nostra vita quotidiana.

Tuttavia, con il progredire di queste tecnologie emergono anche grandi responsabilità. Gli esperti mettono in guardia sui rischi potenziali dei sistemi IA avanzati, richiamando l’urgenza di adottare un approccio regolamentato e prudente.

Mentre OpenAI continua a spingere i confini dell’innovazione, è fondamentale che questa evoluzione sia guidata da solide considerazioni etiche e di sicurezza.

FAQs

  1. Qual è lo scopo di OpenAI? Nonostante i cambiamenti strutturali, OpenAI afferma di rimanere focalizzata sulla sua missione originale di sviluppare un’intelligenza artificiale che benefici l’umanità. L’azienda intende diventare una “benefit corporation”, un modello aziendale che persegue sia il profitto che obiettivi di interesse pubblico. Quindi, mentre lo scopo dichiarato di OpenAI rimane quello di sviluppare un’IA sicura e benefica per l’umanità, la struttura e le modalità operative dell’azienda si stanno evolvendo per adattarsi alle esigenze di crescita e sostenibilità finanziaria nel competitivo settore dell’intelligenza artificiale.
  2. Quali applicazioni ha OpenAI? OpenAI offre diverse applicazioni, tra cui la capacità di fornire risposte rapide e precise a domande poste dagli utenti, assistere nella creazione di contenuti e affrontare problemi specifici attraverso soluzioni innovative.
  3. Chi sono i fondatori di OpenAI? OpenAI è stata fondata da Elon Musk, Sam Altman e Greg Brockman, tra gli altri. Tuttavia, recentemente Elon Musk ha intentato una causa contro Sam Altman e Greg Brockman, accusandoli di deviare dagli obiettivi originali della startup, che erano di sviluppare l’intelligenza artificiale in maniera aperta e non orientata al profitto.
  4. Chi è Sam Altman in relazione a OpenAI? Sam Altman è un imprenditore e investitore americano che ha co-fondato OpenAI. È noto per il suo ruolo di leadership in OpenAI, che ha contribuito allo sviluppo di tecnologie avanzate come il chatbot ChatGPT, e per la sua carriera nel settore delle startup tecnologiche.

Fonti

[1] https://www.coursera.org/articles/what-is-openai
[2] https://openai.com/index/introducing-openai/
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/OpenAI
[4] https://techprincess.it/openai-ristrutturazione-for-profit/
[5] https://openai.com/index/chatgpt/
[6] https://medium.com/@DigitalQuill.ai/the-history-and-evolution-of-gpt-from-gpt-1-to-gpt-4-ai-chatgpt-724c7f15f72d
[7] https://openai.com/index/dall-e/
[8] https://www.newsweek.com/openai-advanced-gpt-model-potential-risks-need-regulation-experts-1953311
[9] https://www.theguardian.com/technology/2023/mar/17/openai-sam-altman-artificial-intelligence-warning-gpt4

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Autore

Mi chiamo Sara Borghi.

Dal 2013 lavoro come consulente SEO, sia in Italia che all’estero.

Il mio lavoro consiste nell’aiutare le aziende e le organizzazioni non-profit a far crescere la propria visibilità organica (ovvero non legata a dinamiche pubblicitarie a pagamento) attraverso i canali digitali, in particolare tramite la ricerca su Google. 

Alcune curiosità su di me:

  1. Ho vissuto e lavorato per 5 anni in Australia, prima Brisbane poi a Sydney
  2. Nel 2016 ho scritto un libro sulla SEO, che puoi trovare qui (andrebbe aggiornato, in realtà, ma ritengo rimanga una buona guida introduttiva alla SEO)
  3. Quando non sono concentrata nell’aiutare i miei clienti, mi dedico a testare nuovi impasti di pizza napoletana, leggere (soprattutto saggistica), sciare o fare escursioni sulle meravigliose Dolomiti, dove risiedo.


Se vuoi approfondire le mie competenze, i clienti con cui ho lavorato ed altri progetti personali, ti invito a visitare il mio sito web personale.

Sara Borghi
Consulente SEO
Sara Borghi

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